La zona d'interesse

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    Salve a tutti. Oggi vorrei parlarvi delle mie considerazioni riguardanti questo film, 'La zona d'interesse' di Jonathan Glazer, acclamato come se fosse chissà che cosa

    La storia segue le vicende di Rudolf Höss, ufficiale delle SS e comandante del campo di concentramento di Auschwitz, noto per la sua dedizione al regime nazista, che voleva creare dei campi modello di sterminio e supervisionò infatti ogni dettaglio. Lui viveva con la moglie e i suoi figli in una casa molto agiata, proprio adiacente al campo di Auschwitz. Il film vuole puntare proprio su questo aspetto, ovvero mostrare la brutalità delle loro azioni con il loro stile di vita apparentemente sereno e gioioso, in contrasto con quello che compiono al di là del muro. Ci sono molte scene lente e quasi inutili al fine della storia, proprio per mostrare questa cosa, ad esempio inquadrature sui fiori, dialoghi del quotidiano ecc. Ci sono proprio dei momenti di pausa in cui non accade niente
    Inoltre è pieno anche di immagini simboliche, ovvero ci sono delle scene che andrebbero interpretate, qualcuna mi sono messa anche a cercare, ad esempio perchè in alcune parti la scena è stata mostrata in negativo, oppure la scena finale in cui uno dei due figli di Rudolf rinchiude l'altro in una serra e infine il perchè viene traslato il luogo in cui si trova Höss nel presente, stanze ora rese adibite alla visita turistica per mostrare i resti rimasti degli oggetti delle persone deportate ecc.
    Qualcuno che ha fatto una VERA recensione, da video su Youtube, si è preso la briga di spiegarle. Io onestamente non ci arrivo alle immagini simboliche

    Al di là di questo, vorrei dire che non è affatto una novità mostrare gli orrori della guerra in questa prospettiva. E' un modo potente sottolineare questo contrasto, quotidianità, facciata di normalità e l'orrore che invece viene compiuto dietro, soprattutto il divario tra l'amore familiare e la brutalità disumana con altre persone. Höss mostra persino più affetto nei confronti di un cane, nel film. La nostra psicologia praticamente riesce a conciliare la vita personale con azioni sanguinose, come se nulla fosse. L'idea di rappresentazione però è già stata utilizzata in diversi film degli anni passati, minori, passati in sordina. Dunque non è una novità, quindi perchè acclamare tanto? Inoltre alcune scene sono veramente lente e ci sono proprio dei momenti bui, cioè fermi. Non è una novità, hai scopiazzato, caro Jonathan Glazer
    Ne ho visti diversi, purtroppo ricordandomi poche cose non riesco a risalire, come ho detto sono film minori, che bisognerebbe scrivere proprio le parole chiave per ritrovarli, ma uno che mi è rimasto impresso è che sicuramente ha parallelismo con questo film, è 'Moloch', distribuito dall'Istituto Luce, di un regista russo, Aleksandr Sokurov. Questo film mostra la lentezza e la quotidianità della vita di Hitler con sua moglie nella loro residenza in Baviera. Mostra quando stanno mangiando, quando fanno il bagno, quando festeggiano. E' ancora più lento del film di Glazer, ma il messaggio è lo stesso, ovvero mostrare la doppia natura ed esistenza, una quotidianità pacifica che trascorra tranquilla dietro gli orrori di tutto quello di cui sono complici. Questo film si ispira a proprio dei filmini registrati con Eva Braun, se non sbaglio. Unica differenza è che questo film ha dialoghi surreali ed è un po' ironico. Come questo, ce ne sono anche altri che prendono come riferimento vite di personaggi delle SS o la naturalezza del loro quieto vivere, nonostante siano degli assassini, anzi di più, sono fautori di crimini contro l'umanità. Se ritroverò, riaggiornerò il post
    Nessun film migliore del secolo, è pappa ritrita!!!
     
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